Borghi brembani

Cornello del Tasso

UN PO DI STORIA

Cornello del Tasso

Cornello dei Tasso, in Valle Brembana, uno dei borghi più belli d’Italia, una delle località bergamasche dove meglio si è conservata la struttura urbanistica ed architettonica medioevale. Un tempo era al centro dei commerci che si svolgevano con la Valtellina lungo la Via Mercatorum, la più antica strada della Valle Brembana, ed era sede di un importante mercato. Sul finire del Cinquecento la sua fortuna cominciò a declinare in seguito alla costruzione, nel 1592, della nuova strada, la Priula. che correva sul fondovalle, alquanto discosta dal Cornello. Il borgo che in tal modo rimase piuttosto isolato e andò via via perdendo l’importante funzione di accordo tra la media e l’alta Valle Brembana che aveva svolto fino a quel momento. Il secolare isolamento ha favorito la conservazione dell’originario tessuto urbanistico che è caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi piani edificativi. (Tarcisio Bottani, responsabile dei servizi educativi del Museo dei Tasso e della Storia Postale).

La chiesa romanica dei Santi Cornelio e Cipriano – Il paese è dominato dall’alto dalla caratteristica chiesa il cui campanile con finestre a bifore è tra i pochi esempi di stile romanico in Valle Brembana. La costruzione, notevolmente trasformata nel corso dei secoli rispetto alla struttura originaria che risale al XII secolo, rappresenta uno degli elementi di maggiore interesse del paese. Un vasto ciclo di affreschi e che risalgono al XV-XVI secolo ricopre le pareti interne dell’edificio. La complessità, la varietà dei temi e il notevole gusto stilistico rendono il ciclo uno dei più pregevoli tra quanti adornano le chiese della Valle Brembana e avvalora l’ipotesi che tra gli esecutori vi siano artisti del calibro dei Baschenis della Valle Averara, quantunque sia difficile ipotizzare precise attribuzioni non essendo stati ancora svolti studi approfonditi in tal senso. I quadri del ciclo presentano notevoli diversità stilistiche: accanto a figure riproducenti, nel portamento e negli abiti, esempi tipici della vita popolare, si possono ammirare soggetti piuttosto raffinati, ripresi in atteggiamenti contemplativi e in abbigliamento sfarzoso. D’altra parte questa netta distinzione era una caratteristica degli abitanti di questo luogo dove tra una maggioranza di contadini e piccoli artigiani si potevano incontrare, a partire dai Tasso, alcune famiglie di rango elevato.

Il Video del Borgo

Nella parte più in basso sono allineate con sviluppo orizzontale una serie di costruzioni a strapiombo sul Brembo che evidenziano l’originaria caratteristica di fortificazione del borgo. Sul piano superiore corre il monumentale porticato sotto il quale passava la Via mercatorum. Sorretto da arcate in pietra, coperto da un soffitto in travi di legno e pavimentato in acciottolato, ha una lunghezza di oltre cento metri e costituisce l’elemento di maggior pregio di tutto l’abitato. Sotto il porticato, si aprono verso valle gli accessi agli edifici del piano inferiore e si affacciano verso monte le botteghe e le scuderie che nel periodo di maggiore sviluppo erano il cuore commerciale del paese. Il terzo piano era dedicato alle case d’abitazione e alterna edifici piuttosto semplici a palazzi di un certo interesse architettonico. In alto sorge la chiesa che rappresenta l’ideale raccordo tra le costruzioni dei piani sottostanti. Separato dal contesto urbanistico è l’antico palazzo Tasso che sorge su uno sperone di roccia sul lato meridionale del borgo con evidente funzione di guardia verso la valle e la cui struttura è ancora oggi abbastanza leggibile grazie al recupero delle rovine effettuato dall’Amministrazione provinciale di Bergamo.

Notevole appare il grande affresco a forma di polittico dell’abside, venuto alla luce dopo la rimozione della pala che lo ricopriva. Il riquadro centrale raffigura la Vergine in trono col Bambino e angeli, ai due lati i Santi Cornelio e Cipriano, patroni della chiesa e all’estrema sinistra Santa Caterina d’Alessandria alla quale doveva corrispondere, sulla destra, una Maddalena penitente, fatta cancellare nel corso della visita apostolica del Borromeo. In alto si notano i Santi Pietro e Paolo e, all’apice, Cristo che emerge dal sepolcro. Il tutto appare in eleganti proporzioni di linee, forme e colori. Sulle pareti laterali della navata sono affrescati, in doppio registro, numerosi altri soggetti imperniati sull’iconografia tradizionale dei santi e su scene della vita di Cristo. Di particolare interesse sono le figure di San Giorgio, San Vincenzo Ferreri, Santo Stefano e Sant’Agata; pregevole è l’Adorazione dei magi, unitamente a una Crocifissione, conservatasi solo in parte. Degno di nota il riquadro del Miracolo di Sant’Eligio, protettore dei maniscalchi, scena di notevole valore storico per raffigurazione di ambienti, costumi e attrezzi da lavoro dell’epoca. (Tarcisio Bottani, responsabile dei servizi educativi del Museo dei Tasso e della Storia Postale).

Da Oneta terra di Arlecchino al Cornello Itinerario lungo la Via mercatorum Uno degli aspetti di maggiore interesse della media Valle Brembana è costituito dall’itinerario storico-artistico tra Oneta di San Giovanni Bianco e il Cornello dei Tasso, lungo un tratto della Via mercatorum. Tra Oneta e il Cornello la Via mercatorum è rimasta praticamente immutata dal periodo medioevale, sia all’interno dei due abitati, dove il tracciato è agevolmente identificabile per la presenza di archi e porticati, sia nel tratto di collegamento che si snoda per un paio di chilometri attraverso prati e fitti boschi, lambendo il piccolo nucleo agricolo di Piazzalina, con l’oratorio di Sant’Anna, e superando alcune suggestive vallette. La zona si presta ad essere visitata per la varietà dei riferimenti storici, la ricchezza della documentazione artistica e culturale e la bellezza dell’ambiente. A Oneta, si trova la casa di Arlecchino, un edificio signorile di epoca quattrocentesca, le cui stanze, elegantemente affrescate, riecheggiano le gesta di quell’Alberto Naselli detto Ganassa, primo interprete della famosa maschera della commedia dell’arte.

In alto si notano i Santi Pietro e Paolo e, all’apice, Cristo che emerge dal sepolcro. Il tutto appare in eleganti proporzioni di linee, forme e colori. Sulle pareti laterali della navata sono affrescati, in doppio registro, numerosi altri soggetti imperniati sull’iconografia tradizionale dei santi e su scene della vita di Cristo. Di particolare interesse sono le figure di San Giorgio, San Vincenzo Ferreri, Santo Stefano e Sant’Agata; pregevole è l’Adorazione dei magi, unitamente a una Crocifissione, conservatasi solo in parte, e al riquadro del Miracolo di Sant’Eligio, protettore dei maniscalchi, scena di notevole interesse storico per raffigurazione di ambienti, costumi e attrezzi da lavoro dell’epoca.