Museo di Scienze Naturali di San Pellegrino Terme

Visite guidate su richiesta – Tel. 0345.22400

Il Museo di San Pellegrino Terme custodisce una preziosa collezione di reperti fossili del Periodo Triassico (da 250 milioni di anni fa), tutti rinvenuti in scavi eseguiti in Valle Brembana, e donati al Comune di San Pellegrino Terme da alcuni studiosi del territorio Brembano. Si tratta di esemplari unici al mondo ed di alto valore scientifico, che documentano le origini geologiche del territorio Brembano e la vita che ospitava in ere passate.

Oltre al reparto paleontologico, nel Museo si può ammirare una interessantissima collezione di farfalle della Val Brembana e una esposizione permanente di pannelli con documentazione fotografica della Flora Alpina Bergamasca. Il visitatore è guidato alla visita da una serie di pannelli didattici illustrativi, che lo introducono alla conoscenza del mondo dei fossili e delle ricchezze naturalistiche della Valle Brembana. L’interesse per i fossili in Valle Brembana vanta una lunga tradizione, basti pensare che già nel secolo scorso erano noti i cospicui giacimenti anisici di Lenna, ladinici di Scalvino e carnici a Dossena che attirarono l’attenzione dell’abete scienziato Antonio Stoppani, per non parlare del naturalista sanpellegrinese don Enrico Caffi, il primo che abbia rinvenuto in valle un esemplare di pesce fossile, reperito nel 1902 nel territorio di San Pellegrino Terme.

Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme - Valle Brembana

La Sezione paleontologica – Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme
Un piccolo folidoforo, lungo appena cinque centimetri, chiamato, in suo onore, Parapholidophorus caffii, oggi conservato nel Museo di Bergamo. Sull’onda di questa tradizione numerosi sono stati in anni recenti gli appassionati della valle che si sono dedicati alla ricerca dei fossili. I circa 1500 pezzi catalogati e raccolti in una decina di vetrine documentano in modo completo la nascita della Val Brembana e si riferiscono al territorio compreso tra i Ponti di Sedrina e l’estremo limite delle Orobie.

Questo territorio, emerso dai fondali marini nel corso dell’orogenesi alpina, si era formato geologicamente per sedimentazione tra la fine dell’era Paleozoica e l’inizio della Mesozoica, i reperti paleontologici risalgono infatti a quell’epoca e, per la precisione, vanno dalla fine del periodo Permiano alla fine del Triassico, cioè da 235 a 195 milioni di anni fa. Ben più ricco di reperti è il Triassico, a cui risale la formazione del resto della valle e che è nettamente distinguibile nelle sei età che lo compongono, vale a dire: Scitico, Anisico, Ladinico, Carnico, Norico e Retico.

La sezione entomologica – Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme

Assai interessante è anche la sezione entomologica che costituisce la più completa documentazione esistente sui Lepidotteri dell’ambiente brembano. La collezione donata da Attilio Torriani non comprende certamente tutte le farfalle che vivono sul territorio vallare, infatti ogni anno ne vengono catturate nuove specie, ma il suo valore scientifico e documentario è notevole e può essere considerata già di per sé ampiamente illustrativa: il numero delle specie esposte è superiore a 700, ma la ricerca continua al fine di rendere la sezione ancora più completa.

A queste due sezioni si è aggiunta una ricca e completa documentazione fotografica delle fasce vegetazionali della Val Brembana, corredata da esaurienti didascalie e bellissime immagini dei principali endemismi floristici della valle, curata dal FAB ( Gruppo Flora Alpina Bergamasca). Sul territorio brembano sono infatti presenti alcune specie esclusive della provincia di Bergamo, uniche al mondo, quali: Linaria tonzigii, Primula albensis, Saxifraga presolanenius, Sanguisorba dodecandra, Gallium montis-arerae, Viola comollia.

Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme - Valle Brembana