Museo della Valle di Zogno

Museo della Valle di Zogno – Orari 9-12 e 14-17 (chiuso lunedi)
Tel. 0345.91473 – Ingresso: Adulti euro 2.5

Il MUSEO della Valle ha sede in un edificio seicentesco di Zogno che ospitò illustri personaggi. Gli oggetti catalogati sono 3.500; gli esposti, suddivisi in una cinquantina di temi e dislocati in dodici sale, sono 2.500. La ricerca dei reperti fu’ avviata nel 1970 da un gruppo di appassionati della Valle Brembana e di Zogno, spronati da Vittorio Polli. L’intento era quello di tramandare soprattutto ai giovani, il loro passato e le loro radici. Il MUSEO della Valle di Zogno in Valle Brembana favorisce anche attività culturali ed editoriali con pubblicazioni a disposizione dei visitatori. Nel 1982 a Stoccolma, la fondazione venne insignita di un prestigioso premio internazionale. Le presenze medie annue, al Museo della Valle Brembana di Zogno, raggiungono le 5.000 unità e gli appassionati che volessero usufruire di una visita guidata, possono rivolgersi al custode.

La Sezione Archeologica( Sala I ) – Museo della Valle Brembana di Zogno

Nella prima sala del Museo di Zogno, sita a piano terra, è collocata la Sezione Archeologica dove sono conservati, in affidamento dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, i reperti preistorici rinvenuti nel territorio di Zogno. La storia di questi ritrovamenti ha come data d’inizio il 21 gennaio 1975 quando un appassionato locale, Onorato Pesenti, scopre nella Buca di Andrea, nei pressi delle Grotte delle Meraviglie numerosi resti di sepolture collettive che abbracciano un arco di tempo dall’età del Rame agli inizi del Bronzo (XIX-XVIII). Nella storia di Zogno si apriva quel giorno una pagina del tutto inedita e piena di sorprese, inerente alla presenza diffusa sul suo territorio dell’uomo preistorico. Grazie alla passione e al lavoro dello stesso Onorato Pesenti e del Parroco di Zogno don Giulio Gabanelli, seguirono infatti negli anni successivi numerosi altri ritrovamenti in diverse grotte naturali: quelle del Pussù, del Tabac di Zogno, la Grotta Solmariva, la Buca del Paier o dell’Edera, e in altri siti ancora della Valle Brembana. Il materiale arrivato fino a noi e’ costituito da resti funerari e da corredi di sepolture collettive: oggetti di ornamento, utensili litici, vasi per il cibo e l’acqua. Nelle grotte furono scoperti dei veri e propri ossari con resti accertati di 4 individui nella Buca del Tabac di Zogno, 5 in quella del Paier e 20 nella Buca di Andrea (dove furono ritrovati 224 denti umani). Come risulta dagli esami antropologi, l’uomo preistorico di Zogno aveva testa abbastanza larga, naso schiacciato e una discreta statura media (161,8 cm nei maschi, 149,1 cm nelle femmine). La presenza nelle grotte di denti forati di animali selvatici come cervi e lupi testimonia che quest’uomo viveva di caccia, ma anche d’allevamento, come dimostrano altri resti di pecore e capre. Sviluppati erano anche i contatti e gli scambi con altre popolazioni, stando al ritrovamento di alcune conchiglie tipiche dei mari caldi. Nelle bacheche e nelle cassepanche di questa sezione troviamo così manufatti litici: raschiatoi, semilune, falcetti, lame di pugnale, punte di freccia, accette in pietra levigata, anelli in calcare, pendagli e una rotella spezzata, posta a corredo dei resti di bambini a simbolo della vita troncata. Tra i reperti ossei, oltre a quelli umani, ecco denti di cervo e volpe forati, frammenti di corno di capriolo o di cervo, dischetti forati, collane e pendagli. Abbondanti anche i reperti metallici: elementi di collane in rame e bronzo, cilindretti in rame avvolti a spirale, bottoni in lamina di rame a due fori. Per quanto riguarda la ceramica, troviamo diversi frammenti di olle e altri recipienti come tazze e ciotole. In tanta abbondanza di resti d’epoca preistorica, poco è arrivato fino a noi d’epoca romana. Troviamo soltanto un vaso di ceramica d’epoca tardoromana, appartenente ad una tomba ad inumazione, scoperta in località Quadrèl, facente parte probabilmente di una piccola necropoli andata purtroppo distrutta e dispersa nel corso di scavi edilizi.

Museo della Valle di Zogno - Valle Brembana      Museo della Valle di Zogno - Valle Brembana

Sala II – Museo della Valle Brembana di Zogno

La sala II propone in esposizione un grande mantice proveniente da una fucina della Val Taleggio e i tipici arnesi per lavorare il ferro: incudine, martelli, pinze e tenaglie. Numerosi prodotti in ferro lavorato: chiodi da cavallo e da fabbrica, chiavi, catenacci, serrande per le porte, inferriate, i cosiddetti “doccioni” e cioè la parte terminale dei canali dei tetti, croci cimiteriali, e poi accette, falci, roncole, tridenti, coltelli, mezzelune, graticole e spiedi. E non poteva mancare naturalmente il caratteristico lume ad olio formato da una vaschetta per l’olio con beccuccio per lo stoppino e gancio di sostegno, in uso fino a pochi decenni fa nelle stalle e nei casolari isolati. Accanto alla sala del ferro troviamo poi una vetrina con alcuni tipici oggetti, coltelli a serramanico buoni per tutti gli usi e perfino un tirapugni.

La Cucina ( Sala III ) – Museo della Valle Brembana di Zogno

La sala III è riservata ai mobili e agli oggetti della cucina. L’arredamento base era costituito da tavolo, credenza e una piccola madia con armadietto per la farina. Nelle due vetrine del Museo della Valle Brembana di Zogno, sulle mensole e sulle pareti troviamo il bilanciere (basòl) , per il trasporto dei secchi d’acqua, diversi secchi in rame stagnato all’interno, il paiolo della Polenta, macinini di caffè, la rastrelliera per i piatti e quindi tutta una serie di altri suppellettili: il pentolone per bollire, il pentolino del latte, le graticole e le grattugie, il tondo per la polenta, la cassettina di legno per il sale, i portauova, i piatti in legno e in peltro, i boccali, le scodelle, le ciotole, i cucchiai, le palette, la cassa per attingere l’acqua, la sporta per la spesa e anche una bella gabbia per gli uccelli.

La Camera da Letto ( Sala IV ) – Museo della Valle Brembana di Zogno

Nella sala IV è ricostruita la camera da letto. Ecco quindi il letto, il canterano, il cassone del corredo e della biancheria, vari tipi di culle e anche una macchina da cucire. Non può mancare naturalmente il richiamo religioso costituito da altarini e quadri dedicati alla Madonna. Il materasso (stremàss), era imbottito di foglie di granoturco e le lenzuola erano di lino. La coperta era di lana greggia a righe, anch’essa prodotta e lavorata all’interno della famiglia. Nel cassone grande venivano conservati il corredo della sposa e gli abiti nuziali, indossati nelle grandi occasioni. Accanto al letto non può mancare la mònega con lo scaldino e poi ancora la brocca e il catino.

L’Agricoltura ( Sala V ) – Museo della Val Brembana di Zogno

Le tecniche di lavorazione furono sempre assai rudimentali e tuttavia nella sala V offre un’immagine precisa e dettagliata di quella che era la tipica agricoltura di montagna. Accanto a strumenti quali l’aratro la macchina per tritare l’erba e la pagia, il bastone per battere il frumento e il setaccio, ecco quindi la zappa e la vanga, le falci, i falcetti, i rastrelli, i tridenti, la pietra cote usata per affilare gli arnesi da taglio. Per la raccolta delle mele veniva usata la pomarö la, un bastone con delle punte alla sommità e un sacchetto in cui venivano fatti cadere i frutti. L’unità di misura era la pertica bergamasca, qui rappresentata con un asta di legno. La forma di trasporto più diffusa era quella a spalla e vengono qui proposti il classico gèrlo, usato per il trasporto del fieno, foglie, letame, ecc…

La Caséra ( Sala VI ) – Museo della Val Brembana

La sala VI del Museo di Zogno ripropone l’interno della casera con tutti i suoi strumenti. Appena munto, il latte veniva versato dai secchi di legno nelle ramine per l’affioramento della panna che veniva messa nella zangola (penàc), per la produzione del burro. Il latte scremato, con cui si faceva il formaggio, veniva invece versato in grosse caldaie di rame, appese ad un camino acceso.

La Fabbrica degli zoccoli ( Sala VII ) – Museo della Val Brembana di Zogno

Una delle macchine più curiose e caratteristiche esposte nel museo di Zogno è la càvra o la fabbrica degli zoccoli (sapèi). Era questa una specie di panca di legno dove l’uomo stava seduto a cavalcioni tenendo fermo con i piedi un ceppo di legno in cui con affilati coltelli intagliava appunto gli zoccoli.

Museo della Valle di Zogno - Valle Brembana      Museo della Valle di Zogno - Valle Brembana

L’Osteria ( Sala VIII ) – Museo della Val Brembana

Luogo deputato agli incontri, al divertimento e alla trasgressione era una volta l’osteria, riproposta nella sala VIII. Anche qui l’arredamento è essenziale: tavolo, panca, qualche sedia, il piatto, il litro e di bicchieri la cesta del pane. Alle pareti quadri di battaglie e di grandi eroi. Sulle mensole, i boccali bianchi decorati, piatti figurati, zuppiere, il litro, il mezzo litro e il quartino, debitamente bollati.

Arnesi Domestici e di Lavoro ( Sala IX ) – Museo della Val Brembana

Iniziamo dalla lunga vetrina riservata agli strumenti di misura: bilance generiche, bilance per il sale e la farina, stadere per la legna ed il fieno, recipienti chiamati stari per la misura dei cereali. Importanti ai fini alimentari era la raccolta delle castagne, chiamate anche “il pane dei poveri”. Dopo la pericatura i ricci venivano separati dal fogliame con un ramo di castagno a tre dita ed erano poi rotti con una mazzetta.

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Il Pastì e l’Arrotino ( Sala X ) – Museo della Valle

Una delle figure tipiche che caratterizzava le domeniche dei nostri paesi della Valle Brembana era il venditore di dolci, il pastì. Sul suo tavolo, sorretto da due cavalletti e protetto da una tenda a righe, venivano esposti caramelle, zuccherini, bastoncini di liquirizia, ciambelle e dolciumi vari. Il pastì entrava in azione anche nelle sere d’inverno quando girava per le strade vendendo delle piccole mele cotte al forno e infilate a due o tre su uno stecco di legno. altro personaggio che ben ricordano gli anziani era il molèta, l’arrotino, che si preannunciava appunto con il grido di “molèta”, molèta” e si affilava con la sua mola, mossa da una ruota, forbici e coltelli.

Telai, Lampade, Orologi, Burattini ( Sala XI ) – Museo della Val Brembana di Zogno

La tessitura, gli orologi di Miragolo, le lampade e i burattini sono i temi a cui fanno capo gli oggetti esposti nella sala XI. La lavorazione della lana era una delle principali attività economiche della Valle Brembana già nel 1300, in particolare a Zogno, Poscante e in Val Serina, dove veniva prodotto il panno bergamasco, venduto fino a Napoli. Opus Miraguli, lavoro di Miragolo (Zogno), è la scritta che compariva sugli orologi prodotti dalla famiglia Gritti, attiva per più di due secoli. Un ampia vetrina è poi quella riservata ai lumi. Specializzati nella fabbricazione di lucerne ad olio, gli alüm, erano in particolare gli artigiani di Serina. Ed ecco infine i burattini, con in testa il (Giopì) Gioppino la celebre maschera bergamasca con tre gozzi e fornita dell’immancabile tarè il bastone con cui suonarle a tutti i prepotenti.

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La Religiosità Popolare ( Sala XII ) – Museo della Valle Brembana

Non si può parlare della Valle Brembana e della sua storia senza sottolineare l’aspetto religioso e in particolare le sue manifestazioni esteriori testimoniate da riti, feste, tradizioni tramandate da generazione e ancora oggi assai vivi. Pensiamo al culto della Madonna e dei Santi, ai numerosi santuari sparsi sul territorio, alla messe di vocazioni religiose fiorite nei nostri paesi. Il museo della valle Brembana di Zogno offre nella sala XII alcuni esempi riferiti in particolare agli ex voto e ad alcuni oggetti tipici della religiosità popolare. Tra gli oggetti troviamo dei paramenti sacri, dei fiori di seta dedicati alla Madonna, lo stampo per le particole, delle piccole scatole metalliche per l’olio santo dei moribondi, i cordoni rossi con le placche di metallo dei confratelli, vari tipi di raganelle, con cui si annunciava alla vigilia di Pasqua l’inizio delle funzioni religiose in sostituzione delle campane legate e infine dei mortai per sparare i botti nel corso delle feste.